Dopo la pandemia, siamo coinvolti, seppur non direttamente, da una guerra insensata e impensabile nel duemilaventidue. L’invasione russa all’Ucraina procura disastri umanitari e chi ne subisce maggiormente le conseguenze sono i più deboli.
Non voglio con questo articolo parlare di questo conflitto, ma delle conseguenze che sia la pandemia prima, sia alcune scellerate scelte politiche nel nome di principi ambientali, sia appunto la guerra, stanno causando sulla vita dei cittadini e in particolare degli anziani. Sto parlando dell’aumento del costo della vita, causato dall’aumento dei generi primari, dovuto all’aumento delle materie prime; sto parlando dell’incremento dei costi dell’energia, causato dai venti di guerra; sto parlando dai costi di gestione e/o ristrutturazione, della casa, aumentati a dismisura a causa della speculazione edilizia favorita anche da scelte politiche. Ma possiamo aggiungere un’ulteriore conseguenza di questi eventi: lo strutturale invecchiamento della popolazione che non distribuirà immediatamente i suoi effetti, ma produce risvolti in termini non positivi in energie e investimenti che il nostro Paese perde ogni anno. Il calo della popolazione, in un trend in continua discesa che lo scorso anno ha registrato un nuovo record minimo delle nascite (405mila) e l’elevato numero di decessi (740mila), aggrava la dinamica negativa che caratterizza il nostro Paese.
Quali sono le conseguenze di questi rincari sul potere d’acquisto della popolazione anziana? Per farlo riprendo il discorso del calo demografico, guardando alla composizione della famiglia che per ben il 33% è unipersonale. Le famiglie di persone sole sono cresciute di oltre 10 punti negli ultimi venti anni e buona parte è costituita da anziani soli, in prevalenza donne.
La risorsa principale con cui possono far fronte ai rincari odierni, quindi, è la pensione. Quelle erogate sono circa 18mila e l’importo medio mensile è di 1.271 euro. Gli uomini percepiscono pensioni mediamente più elevate rispetto alle donne, anche a quasi il doppio. Sappiamo però che le donne sono nettamente in prevalenza nella fascia di popolazione anziana.
Bastano questi pochi dati per capre le evidenti difficoltà ed il rischio povertà per buona parte degli anziani. In pratica quest’anno il costo dei rincari assorbirà più di una mensilità dell’assegno pensionistico medio, con il rischio che gli anziani siano costretti a tagliare spese di prima necessità, come le cure mediche, o a non riscaldarsi e a non usare gli elettrodomestici. È chiaro che occorre intervenire subito con interventi straordinari a tutela degli anziani e dei più esposti, se non vogliamo che restino il bersaglio più colpito.
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