Ho sempre pensato, a dispetto di certa pubblicistica che ne rimarca gli aspetti assistenzialistici, che il mestiere del Patronato è più moderno che mai perché il Patronato Acli ha seguito l’evoluzione del sistema di welfare e della pubblica amministrazione mantenendo una attenzione costante ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini. Oggi si parla del nostro servizio sociale come luogo di accoglienza, di accompagnamento a cominciare da chi ha bisogno di competenze, da chi non ha gli strumenti conoscitivi per far valere i propri diritti, da chi nella complessità ha bisogno di orientamento, da chi non ha strumenti di nessun genere perché in condizioni di povertà di vario genere. Ebbene il Patronato Acli dal 1945, quando è nato, ha sempre svolto in vario modo questa funzione e ha accumulato esperienza e vision del nostro sistema sociale. È una storia che dovremmo ricostruire perché è la storia delle Acli e del nostro sistema di welfare. Intanto, anche per un dovere di riconoscenza, ricordiamo alcuni lutti recenti di persone che sono state protagoniste del Patronato bresciano.
È morto nel giugno scorso Paolo Levrini, direttore del Patronato Acli di Brescia per ben 11 anni dal 1958 al 1969. Levrini veniva da Modena e com’era d’uso in quel periodo ha proseguito poi la sua carriera come direttore di Torino e come dirigente della sede nazionale. Ma a Brescia aveva messo radici ed è ritornato da pensionato. Giandomenico Ghizzardi, suo successore per oltre 20 anni, lo ricorda come un dirigente che innovò la sede provinciale con tenacia, con competenza e capacità organizzativa. Creò un gruppo di assistenti sociali che si recavano in fabbrica ancora prima delle norme dello Statuto dei lavoratori del 1970, così come la capillarità dei recapiti fu preziosa specie per le categorie dei lavoratori della Val Trompia e della Valle Camonica quando ad esempio la silicosi richiedeva forti interventi di tutela. Tutto questo in stretta connessione con le Acli che il Patronato contribuì a rendere espressione viva e vivace del mondo del lavoro dell’epoca.
È morta in ottobre anche Vittoria Salvi, di Ospitaletto, operatrice e dipendente del Patronato bresciano, propria una delle assistenti sociali della prima ora. A lei si deve in particolare la forte presenza del Patronato in Val Trompia da Lumezzane a Gardone, ancora prima che esistessero le sedi zonali. Ma il mestiere del Patronato ha fatto crescere in Vittoria una sensibilità sociale e cristiana molto spiccata nei molteplici impegni che ha seguito anche da pensionata.
Il nuovo direttore provinciale del Patronato Acli Fabio Raggi
Dal 1° ottobre Fabio Raggi è il nuovo direttore provinciale del Patronato bresciano. Ha 33 anni, è sposato e viene da Roè Volciano. Fabio lavora al patronato dal 2012 ed ha svolto il ruolo di responsabile della sede zonale di Vobarno.
La scelta di Fabio, condivisa dalla sede nazionale che ha avviato il percorso di nomina, nasce dalla valutazione delle sue competenze gestionali e dalle sue capacità tecniche e formative ampiamente esercitate anche per conto della sede nazionale. Anche gli operatori volontari hanno avuto modo di conoscerlo nelle occasioni formative, compresi gli ultimi corsi residenziali di Cervia.
Un ringraziamento doveroso e cordiale a Rita Tagassini che lascia la direzione provinciale retta con passione ed energia per ben 17 anni. Un grazie quindi per i traguardi raggiunti e la qualità del servizio ampiamente riconosciuta. Rita resta tra gli operatori delle Acli e del Patronato per occuparsi di progetti provinciali e nazionali.
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