Siria, Iraq, Afghanistan e la lista può allungarsi a molti altri stati non solo del Medioriente. Paesi dalla cultura millenaria che hanno distrutto le proprie bellezze come conseguenza di una scelta deliberata. Così è andato perduto il sito di Palmira in Siria distrutto dai militanti dell’ISIS nel 2015; le statue dei Buddha di Bamiyan in Afghanistan distrutte dai talebani nel 2001; il museo di Mosul dato alle fiamme e devastato sempre dall’ISIS. Purtroppo, questi sono solo alcuni esempi dell’attacco alla cultura e alla bellezza che sistematicamente viene perpetrato quando movimenti oppressivi e liberticidi cercano di affermare il proprio potere con la paura e la forza.
Un potere che affonda le radici nel terrore e nella disperazione con la folle convinzione che cancellando le manifestazioni della storia e della cultura di un popolo queste non siano mai esistite, e che con i mezzi della forza sia possibile piegare ai propri scopi intere popolazioni, per generazioni. Una richiesta di lealtà fondata su paura e la violenza. I costumi e le abitudini delle popolazioni vengono imposti, soprattutto alle donne: così burqa e nikab prendono il posto dei tradizionali abiti festanti e splendenti di colori. La bellezza degli sguardi e dei corpi nascosta, umiliata e condannata. Centinaia d’anni di tradizioni ridotti in cenere dal fuoco distruttivo di un integralismo folle che poco ha a che vedere con la religione.
Terroristi terrorizzati da tutto ciò che è bello: lo sguardo di una donna, la musica, l’arte, le tradizioni… da tutto ciò che rasserena lo spirito e connette al mondo. Oscurantismo e Bellezza che si fronteggiano. Paura e Speranza. Ombra e Luce. Impariamo crescendo che non esistono gli estremi assoluti ma se mai ci fosse un’eccezione, oggi, questa sarebbe il Medio Oriente. Terra di grandi culture e tradizioni flagellata dal terrore.
Scriveva Dostoevskij che la bellezza salverà il mondo e sarà così. Forse tra un anno o due o cinque oppure dieci ma alla fine le ideologie passano e la vita con la sua bellezza forte e ribelle tornerà a imporsi. L’abbiamo già visto accadere in Europa dopo la tragedia morale e storica della Seconda guerra mondiale. L’essenza della bellezza non può andare distrutta perché non c’è forza più grande della Natura, la bellezza originaria, e questa, seppur coperta da cenere e macerie, continuerà sempre a esistere, come fosse un tizzone ardente in attesa di nuovo nutrimento per tornare a risplendere.
Sotto i veli, dentro alle case e soprattutto nell’anima di quelle popolazioni continua a vivere il seme della speranza che un mondo migliore è possibile, anche in mezzo alla distruzione e alle tragedie. A molti, soprattutto nell’immediato, non parrà possibile ma i divieti e l’oppressione alla fine alimentano una forza di opposizione ancora più forte. Forza che in realtà già esiste.
I talebani vietano la musica, ma come possono vietare il canto degli uccelli o il gorgoglìo dei ruscelli? Vietano le forme d’arte, ma come possono vietare a un arcobaleno di formarsi nel cielo? O al sole di sorgere generando quel tripudio di colori e meraviglia che è l’alba? La bellezza è ovunque e per tanto che costoro si sforzino non potranno veramente cancellarla. E Bellezza porta Speranza e Fiducia. Forze potenti quest’ultime, in grado di cambiare il mondo. Sono queste forze che i terroristi veramente cercano di piegare, di annullare. Queste sono il loro vero nemico nel medio e lungo termine ma la lotta è impari anche se tante, troppe sono le vittime. Nel tempo i terroristi sono destinati al fallimento.
Ecco quindi che la Bellezza, alla fine, salverà il modo e tutto avrà un nuovo inizio.
Dida: Il santuario di Sayeda Zainab, in Siria.
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