Anche il cammino più lungo comincia con il primo passo.
Questa consapevolezza ci ha spinto a iniziare un percorso di lavoro che ha un orizzonte lungo, ma che richiede un ritmo serrato e molta pazienza. La partenza è certamente in salita, dentro le lacerazioni profonde che segnano, specie in questa complessa fase, anche la nostra associazione. In più, sentiamo la fatica di questi mesi appena trascorsi, in cui la grave crisi pandemica ci ha fatto perdere molto di ciò a cui tenevamo, molte persone care e smarrire diverse certezze.
Non saremo più gli stessi e, forse, non siamo già più gli stessi. È una fase di attraversamento, un tempo di nostalgie, attese e incertezze. Eppure abbiamo risposto alla chiamata all’impegno con entusiasmo e abbiamo messo a disposizione della nostra associazione energie, competenze ed esperienza per provare a promuovere un buon governo delle Acli sul piano regionale.
Sentiamo con vigore il sostegno di molte amiche e amici che ci incoraggiano in questo compito e siamo fiduciosi nel pensare che presto riusciremo a riunire altri compagni di strada nel nostro cammino. Insieme a un bel gruppo (bello in termini numerici perché nutrito, ma anche in termini di qualità, perché coeso e appassionato) abbiamo raccolto l’eredità di questi anni con l’intenzione di dare continuità alle esperienze di valore che la nostra associazione promuove a livello regionale, come l’attenzione ai giovani e al servizio civile o sui temi della cura e dell’assistenza.
Abbiamo anche definito un primo programma condiviso, identificando delle aree di lavoro con delle responsabilità di carattere collegiale e dei ruoli di coordinamento e integrazione legati a specifiche figure provenienti dal territorio. Abbiamo deciso di indirizzare le nostre energie su due piste, le cui traiettorie spesso si intrecciano: da un lato un rafforzamento delle collaborazioni interne al sistema delle Acli sui temi della formazione, della promozione del volontariato, del coordinamento delle attività di servizio, del supporto alle sedi provinciali e ai nostri circoli; dall’altro un lavoro aperto alle collaborazioni anche verso l’esterno, con Enti di Terzo Settore, Istituzioni, soggetti della società civile, con cui concentrare l’attenzione sui temi del lavoro, del contrasto alla povertà, della promozione di una cultura della pace e dell’ecologia, del welfare, dell’integrazione, della cura.
Al centro resta ciò che ispira la nostra azione sociale di risposta ai bisogni dei cittadini e delle famiglie e di proposta associativa: una fraternità che si realizza nel quotidiano, nell’incontro, nel sortire assieme dai mali della nostra epoca.
Questo proprio perché siamo consapevoli di trovarci – riprendendo il pensiero del più rivoluzionario e visionario tra i nostri contemporanei, Papa Francesco, in un cambio d’epoca, non in un’epoca di cambiamenti, in cui la Chiesa, e tutta l’umanità, deve essere “inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza”, da sognare, in cui credere, da innovare, che “afferma radicalmente la dignità di ogni persona come Figlio di Dio, stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l’allegria e l’umorismo, anche nel mezzo di una vita tante volte molto dura”.
L’obiettivo è dunque quello di contribuire, cooperando con le altre componenti del sistema aclista, alla piena realizzazione dei cittadini, a partire dai nostri associati, fornendo loro l’opportunità di riunirsi liberamente e pacificamente, come la nostra Costituzione ricorda, per sperimentare la pratica della democrazia a partire dalle piccole cose, tanto nelle esperienze di base che ai livelli provinciali, regionale e nazionale, trovando un buon punto di equilibrio tra il bisogno di salvaguardare la nostra identità storica e accogliere nuove energie vitali.
Abbiamo un compito difficile, ma da sempre sappiamo come aclisti che il nostro grande compito è un compito difficile. La salita non ci spaventa. Siamo all’inizio di questo cammino, ma abbiamo intenzione di percorrerlo e farci compagni di strada, nella prospettiva di essere promotori del coinvolgimento delle comunità, attivando cambiamenti capaci di radicarsi nel tessuto sociale, costruendo un clima di fiducia e di reciprocità, condizioni essenziali dare un senso all’azione delle Acli in tutta la Lombardia e nel resto del Paese.
*Nella foto: Martino Troncatti, 68 anni, 3 figli e una storia di lungo corso come volontario delle Acli (fu delegato provinciale di Gioventù Aclista) e sindacalista con la Fim/Cisl, con un passato da manager in importanti aziende di livello internazionale e, più di recente, con un impegno come Vicepresidente delegato a livello nazionale del Patronato e del CAF Acli, oltre che come membro della Presidenza provinciale delle Acli bresciane e come Presidente del Circolo Acli di Concesio Pieve. Dal 30 gennaio è il nuovo presidente di Acli Lombardia APS.
Scrivi un commento