I bresciani sono malmostosi, pragmatici, grandi lavoratori, umili e anche un po’ testardi. Conosciuti forse di più per la loro “cultura del tondino” e per la loro industriosità, per le fabbriche di armi e le acciaierie; «Brescia la forte, Brescia la ferrea, Brescia leonessa d’Italia» citava Carducci ancora 150 anni fa.
Eppure, c’è anche un altro volto di Brescia, un volto meno conosciuto, meno in vista, ma fatto di tanti bresciani generosi e dal cuore grande, impegnati a far emergere il lato accogliente e solidale della città. Questa è la Brescia dell’inclusione, dove le persone e la coesione sociale vengono prima dei profitti.
Tendono a non mettersi in mostra, a ripetere spesso che non stanno facendo nulla di speciale, ma si prendono cura di chi è più fragile, di chi ha bisogno di una mano: dai senzatetto ai disabili, dai migranti alle famiglie in difficoltà, dai bambini agli anziani. Il mondo dell’associazionismo e, più in generale, del Terzo Settore, a Brescia è partecipato e brulica sempre di nuove idee.
Sono numerosi gli esempi virtuosi e innovativi provenienti da questo universo che danno una forte spinta al motore culturale della città, con un’attenzione particolare alle persone emarginate e svantaggiate.
A Brescia si possono trovare bar, ristoranti, ostelli e bistrò e persino campi agricoli gestiti da disabili, ex carcerati, rifugiati o ex tossicodipendenti, amati dai bresciani per il calore dell’ambiente e la qualità dei servizi offerti.
Numerosi sono i servizi gratuiti e le opportunità messe in campo da una fitta rete di volontari per includere chi rischia di rimanere ai margini. Dormitori e mense per i senza tetto, ma anche dispense alimentari per chi ha difficoltà economiche, case delle donne, centri aggregativi giovanili per minori, progetti di housing sociale, dopo scuola per i bambini, sportelli di ascolto e orientamento.
Decine e decine di cittadini bresciani sono impegnati volontariamente nei Consigli di Quartiere, per fare da tramite tra la popolazione e l’amministrazione comunale, in una collaborazione sinergica per migliorare la qualità della vita nel centro come nelle periferie. Proliferano i Punti di Comunità e le Case di Quartiere, veri e propri punti di riferimento di aggregazione e partecipazione civica condivisa.
A Brescia non mancano nemmeno laboratori, eventi, iniziative e progetti per promuovere la cultura dell’inclusione: c’è chi è impegnato in corsi di cucito intergenerazionale o di teatro multiculturale, chi raccoglie storie di vita speciali per farne biblioteche viventi, chi recupera le eccedenze alimentari in sella ad una bicicletta per consegnarle alle famiglie meno abbienti, chi gira per le strade della città per intercettare chi non ha una casa o è vittima di sfruttamento lavorativo, chi consegna spesa farmaci e libri a domicilio agli anziani, chi ha aperto un riparo per i senzatetto dove si può passare per un caffè o una partita a carte per combattere la solitudine della vita di strada.
Ma i bresciani sono umili, modesti, non vogliono mettersi in mostra e non appaiono di frequente sulle prime pagine dei giornali. Anche se meno in vista, c’è una Brescia nascosta da scoprire, da conoscere e da valorizzare: una città ricca di risorse preziose e di idee straordinarie, di persone che si spendono ogni giorno per dissolvere le disuguaglianze e ridare dignità e opportunità a chi rischia di rimanere escluso o dimenticato.
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